Per un Uomo con un martello, tutto sembra un chiodo
Dalla Teoria alla Pratica: Strategie di un Genio degli Investimenti
Cari lettori e investitori,
in questa edizione, ci immergeremo nel lascito di Charlie Munger, il leggendario vicepresidente di Berkshire Hathaway e partner di lunga data di Warren Buffett. Non solo è rinomato per essere stato un maestro dell’arte dell'investimento, ma Munger è stato anche un'icona di saggezza e ingegno.
Attraverso questo approfondimento, scopriremo come le intuizioni di Munger abbiano plasmato non solo il destino di una delle più grandi imprese al mondo, ma anche influenzato innumerevoli investitori e pensatori. La sua filosofia, che va oltre i semplici numeri e si addentra nel tessuto stesso del pensiero razionale e della decisione, offre lezioni che possono essere applicate in ogni aspetto della vita, non solo nell'investimento.
In questa edizione, ci concentreremo in particolare sui suoi Mental Models e su come questi possano essere adattati alle dinamiche di tutti i giorni.
Oggi parliamo di Charlie Munger.
I Mental Models sono concetti presi da varie discipline, come economia, psicologia e fisica, che Munger utilizza per creare un quadro di riferimento per la presa di decisioni. Questi modelli aiutano a comprendere la realtà in maniera più chiara, riducendo la complessità e permettendo decisioni più ponderate.
Tra i vari Mental Model proposti da Charlie Munger, uno dei più interessanti è senza dubbio quello della Reversion to the Mean, ovvero Regressione alla Media. Questo modello mentale è particolarmente utile nel campo degli investimenti, ma ha applicazioni in molteplici aree della vita.
La Reversion to the Mean si basa sull'idea che le performance estreme (sia positive che negative) tendono a ritornare verso alla media di lungo periodo.
Il cuore di questo modello risiede nella comprensione che gli estremi sono, per loro natura, eventi non tipici e quindi meno probabili di persistere nel tempo. Una performance significativamente al di sopra o al di sotto della media è spesso influenzata da una combinazione di fattori specifici, alcuni dei quali possono essere attribuiti al caso o a circostanze eccezionali. Con il passare del tempo, l'impatto di questi fattori tende a diminuire, portando la variabile a livelli più tipici o medi.
È importante distinguere la Regressione alla Media da un semplice ritorno a una media storica. Questo principio non implica che ogni evento estremo sia seguito da un risultato opposto per bilanciare la media. Piuttosto, indica che dopo un evento estremo, la probabilità è incline verso un risultato più vicino alla media normale.
Un errore comune nel considerare la Regressione alla Media è la sovrastima dell'effetto. Non tutte le variazioni sono il risultato di fluttuazioni casuali attorno a una media stabile. Alcune deviazioni dalla media possono effettivamente riflettere cambiamenti reali, sostenibili e significativi. Inoltre, la Regressione alla Media non determina l'entità del ritorno verso la media, ma semplicemente suggerisce una tendenza generale in quella direzione.
Facciamo un esempio.
Consideriamo un'azienda il cui prezzo delle azioni è aumentato rapidamente in un breve periodo, superando di gran lunga la crescita media del settore e del mercato azionario in generale. Mentre potrebbe essere allettante attribuire questa crescita a fondamentali aziendali eccezionali o a una prospettiva di mercato rivoluzionaria, la Regressione alla Media ci invita a esercitare cautela nell'interpretare questi aumenti.
In molti casi, il prezzo delle azioni che sale rapidamente può essere influenzato da fattori come euforia del mercato, speculazioni o altri elementi non sostenibili nel lungo termine. Applicando il principio della Regressione alla Media, potrebbe essere ragionevole aspettarsi che, nel tempo, il prezzo delle azioni dell'azienda si stabilizzi o diminuisca leggermente, tornando più vicino alla media del settore o del mercato. Questo ritorno alla media potrebbe essere innescato dal riallineamento delle valutazioni del mercato con i fondamentali aziendali o da un cambio nella percezione degli investitori.
Un altro dei Mental Model più potenti e centrali nella filosofia di investimento di Warren Buffett e Charlie Munger è il Circle of Competence. Questo concetto enfatizza l'importanza di operare all'interno delle aree in cui si hanno conoscenze e competenze approfondite.
Il Circle of Competence si riferisce all'area tematica o al settore in cui un individuo possiede conoscenze superiori e competenze approfondite. Nel contesto degli investimenti, si tratta delle aziende, settori o mercati che un investitore comprende veramente bene. L'idea è che operando all'interno di questo cerchio, l'investitore può prendere decisioni più informate, riducendo il rischio e aumentando le probabilità di successo.
Per esempio, nelle edizioni straordinarie di questa newsletter, non andremo a presentare mai opportunità nel settore del farmaceutico. Non perché non vi siano opportunità in quel settore, ma semplicemente perché risulta troppo complesso andare a valutare i brevetti dei singoli farmaci. Questo è fuori dal nostro Circle of Competence.
Un esempio emblematico dell'applicazione del Circle of Competence da parte di Charlie Munger, in collaborazione con Warren Buffett, è l'investimento di lunga data di Berkshire Hathaway in Coca-Cola. Questa decisione riflette il loro approccio centrato sull'investire in aziende con modelli di business semplici e chiari, che rientrano nella loro area di comprensione e expertise.
Coca-Cola, con il suo marchio riconosciuto globalmente, un prodotto facilmente comprensibile e una storia di successo consolidata, si adattava perfettamente al Circle of Competence di Munger e Buffett. Conoscevano profondamente il modello di business di Coca-Cola: un prodotto di consumo di massa con una forte fedeltà dei clienti e una distribuzione globale. La semplicità del prodotto e la prevedibilità del modello di business hanno reso l'investimento in Coca-Cola una scelta naturale per loro.
Passiamo ad un altro Mental Model.
Il Do Something Bias è un modello che si manifesta nella tendenza degli individui a preferire l'azione all'inazione, specialmente in situazioni di incertezza o stress. Questo pregiudizio può essere particolarmente prevalente in ambiti come il business, la finanza e la politica, dove i decisori spesso sentono la pressione di "fare qualcosa", anche quando l'azione potrebbe non essere necessaria o addirittura controproducente.
Nel mondo degli investimenti, il Do Something Bias si manifesta spesso durante i periodi di turbolenza del mercato. Per esempio, consideriamo un investitore che assiste a un forte calo del mercato azionario. Il Bias può spingere questo investitore a vendere le proprie azioni in preda al panico, nel tentativo di limitare le perdite. Tuttavia, se la storia del mercato azionario ci ha insegnato qualcosa, è che, nonostante la volatilità a breve termine, i mercati tendono a recuperare nel lungo termine. L'azione impulsiva di vendere durante un calo può quindi bloccare le perdite e impedire all'investitore di beneficiare della potenziale ripresa del mercato.
Chiaramente, l’holding di un determinato asset dipende tutto dalla sua qualità.
Uno degli esempi più noti e significativi di investimento di Charlie Munger è rappresentato dalla decisione di Berkshire Hathaway di investire pesantemente in Apple nel 2016. Questa mossa, influenzata dalle percezioni e dall'analisi di Munger, è diventata un caso studio emblematico del suo approccio all'investimento.
Apple, al momento dell'investimento di Berkshire, era già un'azienda ben consolidata e riconosciuta globalmente. Tuttavia, ciò che rendeva questo investimento particolare era la visione di Munger di Apple non solo come un'azienda tecnologica, ma come un'affermata marca di consumo con un'eccezionale fedeltà dei clienti e un eccezionale modello di business. Munger e Buffett hanno riconosciuto in Apple un'azienda che produceva prodotti di alta qualità, con una base di clienti devoti e una forte capacità di generare flussi di cassa.
Questo investimento rifletteva il loro approccio di puntare su aziende con vantaggi competitivi duraturi, modelli di business comprensibili e una gestione solida. Munger, in particolare, apprezzava la capacità di Apple di innovare continuamente mantenendo una forte posizione di mercato.
Lato nostro, invece, possiamo fare un esempio simile con un investimento fatto nel 2022 e rivenduto nel 2023: Google.
Nel 2022 le azioni di Google sono state acquistate intorno ai 90 dollari per share. Attualmente vengono scambiate nell’intorno dei 130 dollari per azione. Noi, per ragioni di costo-opportunità (ciò che rinunci a guadagnare scegliendo un'opzione anziché un'altra), abbiamo venduto qualche mese fa a cifre non molto lontane da quelle attuali.
La forza principale di Google risiede nel suo ineguagliabile motore di ricerca, che ha creato un ecosistema digitale praticamente insostituibile e si è evoluto in un'ampia gamma di servizi, da Google Ads a YouTube. La capacità di Google di raccogliere e analizzare enormi quantità di dati, unita al suo avanzato sviluppo nell'intelligenza artificiale, le conferisce un vantaggio competitivo quasi inattaccabile.
Google ha mostrato una notevole stabilità finanziaria e una crescita costante dei ricavi, sostenuta da un modello di business resiliente che combina servizi pubblicitari con innovazioni tecnologiche. La sua solida posizione finanziaria e la capacità di generare free cash flow (di cui abbiamo parlato nella scorsa edizione straordinaria) le permettono di investire in nuove tecnologie e acquisizioni strategiche, mantenendo una forte posizione di mercato.
Come mai abbiamo comprato? Reversion to the Mean.
In parole più semplici, la società veniva scambiata a forte sconto rispetto alla media degli ultimi 15 anni.
Investire in Google ai quei prezzi era come investire in Titoli di Stato americani sotto steroidi.
Concludendo questa edizione dedicata a Charlie Munger, possiamo trarre ispirazione dalla sua capacità di applicare principi semplici ma potenti agli investimenti. Le sue strategie, basate sulla comprensione profonda delle aziende, sulla pazienza e sulla disciplina, sono un promemoria che spesso la chiave del successo non sta nel complicare le cose, ma nel mantenerle semplici e chiare.
L'esempio di Apple ci mostra come l'applicazione del Circle of Competence e la comprensione dei Mental Models possano portare a decisioni di investimento che non solo producono rendimenti solidi, ma sono anche allineati con una visione di lungo termine e con principi di investimento efficaci.
Nell’edizione straordinaria inviata domenica abbiamo avuto modo di applicare anche il Reversion to the Mean e il Circle of Competence per analizzare e comprendere l’opportunità presente sul mercato. Quando si analizzano le società utilizzare diverse metodologie permette di andare a sviscerare tutti i particolari di quell’opportunità.
In breve, riusciamo a rispondere alla domanda: What Did I Miss?
In ogni momento il mercato ci offre delle occasioni per generare dei ritorni sui nostri investimenti, spetta a noi trovarle. Abbonati per accedere a consigli esclusivi, analisi dettagliate e ai nostri investimenti attuali progettati per dare una svolta al tuo portafoglio. Trasforma un piccolo investimento nella tua formazione in grandi passi verso il successo finanziario.
Con stima e dedizione,
Alessandro Montalbano
P.S. Ricordo che le edizioni precedenti sono disponibili online nella pagina principale della newsletter, accessibile anche da cellulare scaricando l’app di riferimento.
A presto!